Lia Origoni nell’arte di Vittorio Di Colbertaldo


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La firma di Colbertaldo

E’ l’autunno del 1942 Lia Origoni si esibisce e raccoglie un grande successo a Berlino nel “Und abends in die Scala”, lo spettacolo più importante dell’anno alla Scala di Berlino e che vede la partecipazione degli artisti internazionali più famosi. Durante questo stesso periodo da Berlino parte la mostra itinerante “Italiani in armi”, che toccherà le città di Monaco, Vienna, Budapest e Bucarest e che presenta numerose opere d’arte di “artisti-soldati” italiani.

Tra gli artisti Vittorio Di Colbertaldo (pittore scultore e scrittore) che una sera assiste allo spettacolo alla Scala di Berlino e colpito dalla presenza di Lia esprime il desiderio di poterla rappresentare in una scultura. La stessa Lia accetta volentieri l’invito di Colbertaldo al quale sono sufficienti giusto un paio di giorni di posa della cantante anche perché lo scultore deve ripartire per la tournee.
Lia Origoni non ha avuto quindi modo di vedere la scultura ed è ignara del risultato finale , la stessa scultura è invece portata in giro per mezza Europa da Colbertaldo.

Davvero rocambolesca la modalità con la quale Lia verrà in possesso del busto che la raffigura.

Dopo la guerra Lia incontra casualmente la moglie di Colbertaldo che, dopo averla riconosciuta, in maniera perentoria le chiede “quando provvederà a togliere finalmente la sua effigie da davanti i miei occhi?”. Lia chiede ed ottiene l’indirizzo dello studio dell’artista e dopo qualche giorno si reca lì. Finalmente ha modo di vedere l’opera: un bellissimo busto in gesso. Durante quell’incontro Colbertaldo le racconta le peripezie di quel busto di gesso che si è portato dietro per tutta la Mitteleuropa e poi in Italia, avvolto tra panni umidi, per la sua decisione finale di lasciarla così (inizialmente la scultura sarebbe dovuta essere in bronzo) e ne fa dono a Lia. Da quel momento tra i due nasce una profonda e duratura amicizia che li porterà alla condivisione di molti momenti importanti sia a Roma che a Salto di Fondi, la località nella quale Colbertaldo ha la sua originalissima casa-atelier e nella quale Lia assistite alla nascita e all’evoluzione di moltissime opere dell’artista, apprezzandolo e sostenendolo.

Ancora oggi Lia, quando mostra un suo ritratto (carboncino) eseguito da Colbertaldo nell’atelier di Salto di Fondi ed attualmente affisso ad una parete del suo studio, non riesce a trattenere tutto il suo grande rammarico per averlo fatto incorniciare senza l’applicazione del fissante protettivo: un’ingenuità che purtroppo ha causato una forte attenuazione dei tratti tanto da renderli appena percettibili.

 

Di seguito alcune testimonianze dell’amicizia che ha legato questi due importanti personaggi del ’900 : alcune dediche a Lia, la copertina di un catalogo, una serie di acquerelli di Colbertaldo affissi sulla parete dello studio di Lia e naturalmente le immagini del busto in gesso (realizzato a Berlino 43)

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Una dedica di Colbertaldo
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