Lia Origoni: Dall’arte all’informatica (da Diari di Cineclub N.27 Aprile 2015)

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Lia Origoni (La Maddalena, 20 Ottobre 1919) attrice e cantante italiana tra le più dotate del suo tempo

Lia: music non stop” é l’ultimo film, realizzato nel 2014, da Tore Manca, videoartista, che si inserisce in maniera differente rispetto al suo itinerario creativo. Nasce, infatti, da un incontro speciale con una donna straordinaria, Lia Origoni, nata nel 1919 a La Maddalena, dove tuttora risiede. La Origoni é stata una cantante popolare, assai eclettica, capace di passare dalle interpretazioni di opere liriche a quelle di canzoni d’autore, dalla operetta alla musica “leggera”.
La sua vita é sicuramente interessante e “avventurosa” (chi vuole approfondire può leggere il libro dedicatole da Gian Carlo Tusceri per le edizioni Paolo Sorba, “Lia Origoni, la Violetera della scala di Berlino tra i miti del palcoscenico del novecento europeo”), ma quello che colpisce é la sua personalità, non sovrapponibile a nessuna delle star dell’epoca, mancandole totalmente la superficialità e la svagatezza.
Molto bella, di un’eleganza naturale, molto brava, intelligente e curiosa, ha attraversato i palcoscenici d’Italia e d’Europa affiancando i grandi artisti del suo tempo: da Totò a Anna Magnani, da Tito Schipa a De Filippo, Macario fino a Strehler e Paolo Poli. La sua voce era molto nota, perché partecipò a innumerevoli programmi radiofonici e, così, accompagnò gli italiani dal periodo drammatico della guerra fino alle speranze post conflitto. I suoi bauli, durante le sue tournée, non contenevano solamente abiti e oggetti personali, ma Lia Origoni, appassionata, sin da ragazza, di tecnologia, portava con sé i “marchingegni” per registrare la sua voce durante le prove, un espediente assolutamente originale per quei tempi.  Quando a 43 anni decise, improvvisamente, di mettere fine alla sua carriera di cantante, la sua vita si indirizzò su altri fronti e la sua musica sembrava rimanesse un ricordo del passato. A far riflettere Lia sulla importanza della conservazione della memoria artistica, ci pensò un intelligente funzionario della RAI, il quale, un giorno, le recapitò alcuni scatoloni destinati dall’azienda di stato al macero.

Lia Origoni, anni 95, davanti alla sua sala di montaggio

Lia Origoni, anni 95, davanti alla sua sala di montaggio

Al loro interno vi erano tantissime bobine con le registrazioni dal vivo delle canzoni interpretate da Lia nelle impegnative sessioni radiofoniche. Il burocrate aveva capito come distruggere quelle trasmissioni sarebbe stato un grave errore. La Origoni decise, a quel punto, che la sua musica doveva continuare a vivere, ma attraverso, ancora una volta, il suo impegno personale e il suo senso critico. Dopo un periodo in cui la riproduzione con le audiocassette sembrava essere l’unica via per recuperare le proprie performance, a ottanta anni impara i segreti del computer e della digitalizzazione. Da quel momento non si é più fermata. La sua vita, nella piccola casetta di La Maddalena, ha avuto come principale scopo la riproposizione della sua musica, eliminando disturbi tecnici e fruscii, lavorando filologicamente sui materiali, stampando le copertine dei CD ottenuti, riversando la sua opera sul suo sito, in maniera da “regalare” a un vasto pubblico la sua passione e la sua produzione musicale. Tore Manca si é avvicinato a Lia con ammirazione, ma il suo film non si sofferma su aneddoti (e ce ne sarebbero tanti da raccontare) della luminosa carriera della artista, ma sulla sua costanza nell’apprendere le nuove tecnologie che hanno dato nuova forza alla sua creatività.
I racconti di Lia sono incentrati soprattutto sulla forza emotiva e sociale dell’arte, sulle scelte di una donna fuori dagli schemi e, nello stesso tempo, dolce e saggia, mentre l’ironia sembra legare, oltre l’ovvia stima, il regista e la cantante, in alcune scene quasi esilaranti. Da buon videoartista Tore Manca si ritaglia alcuni momenti di associazioni visuali capaci di evocare lo spirito e il senso di libertà proveniente dalla storia che sta raccontando. “Lia: music non stop” e un film originale e toccante, da recuperare, dove l’arte e la cultura prevalgono sugli ostacoli del tempo, allo stesso modo, consolandoci e rafforzando le scelte positive della nostra complicata esistenza.

Elisabetta Randaccio

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